E' difficile parlare di chi non c'è più, di chi ha dato la vita per
quell'ideale in cui tutti noi crediamo, di chi è stato capace di sacrificare la
propria giovinezza in nome di qualcosa di più alto, di più luminoso, di più
vero.
E' difficile perché qualunque parola sembra inappropriata se usata per
descrivere il gesto di ragazzi come noi, che per il solo fatto di aver scelto
quella che molti hanno chiamato e continuano a chiamare la "strada
sbagliata", quella più difficile, sono morti a vent'anni.
E' difficile perché di fronte al sacrificio estremo spesso ci si sente
estremamente piccoli e inadeguati e qualunque cosa si dica o si faccia sembra
sciocca. E' difficile, ma noi vogliamo provarci lo stesso, seguendo quel filo
rosso che ci lega a
chi ha percorso prima di noi la strada sulla quale stiamo camminando.
chi ha percorso prima di noi la strada sulla quale stiamo camminando.
Quello che vogliamo dire a Franco, Francesco, Stefano, Alberto e a
tutti quelli che sono con loro nella verde valle lontana e senza tempo dalla
quale ci stanno guardando, è che noi ci siamo. Con tutte le nostre debolezze,
con la stanchezza e lo scoraggiamento che a volte si fanno davvero pesanti, con
piccoli sacrifici quotidiani, che non sono niente se paragonati al loro.
Ci siamo, e continuiamo, nel nostro mondo e nel nostro tempo, a
percorrere la strada che prima di noi ha visto i loro passi svelti attraversare
la vita, consapevoli del fatto che abbiamo scelto di vivere un ideale che va
oltre il tempo e oltre la storia, un ideale che ha vissuto in loro e che ora
vive in noi.
Ci siamo, e sappiamo che in ogni semplicissimo atto della militanza di
ogni giorno, come un'affissione, un volantinaggio, una riunione, un'assemblea,
ci sono con noi anche loro.
C'è chi il sangue è chiamato a versarlo tutto insieme e chi goccia a
goccia: quando ci sentiamo stanchi e scoraggiati, quando ci assalgono i dubbi
sulla scelta della militanza, sarà sufficiente pensare a chi, ragazzo di
vent'anni come noi, ha versato il suo sangue tutto insieme e ci ha lasciato il
dono più prezioso che si possa mai ricevere: un esempio da seguire.
BASSA ERMINIO - TRIESTE 06 NOVEMBRE 1953
BIGONZETTI FRANCO - ROMA 07 GENNAIO 1978
BIANCHI SCIACCALUNGA LILIANA - MILANO 31 AGOSTO 1945
BIANCHI SCIACCALUNGA ROSA - MILANO 31 AGOSTO 1945
BIANCHI SCIACCALUNGA ROSA - MILANO 31 AGOSTO 1945
DI NELLA PAOLO - ROMA 02 FEBBRAIO 1983
FERRI VITTORIO - PISA 15 LUGLIO 1948
LOCATELLI "MICHELIN" FRANCO - MONZA APRILE 1983
MANZI LEONARDO - TRIESTE 06 NOVEMBRE 1953
TRAVERSA MARTINO - BARI 13 MARZO 1980
"Camerata è più che Amico. Camerata è più che Fratello. Camerata
vuole dire essere dello stesso Sangue, della stessa Mente, della stessa Anima,
della stessa Fede! Per questo non c’è posto tra Camerati per riserve mentali,
per sospetti, per maliziose interpretazioni, per invidie, per prevenzione, per
supponenza. Tra Camerati deve esserci la Fiducia, il pregiudizio positivo, la
Stima, l’Affetto, il Sostegno che fanno del rapporto un rapporto esclusivo e
simile a nessun altro. Tra Camerati deve essere esclusa la prevaricazione, la
censura, il volere superare, la sete di dominio perché tra Camerati ci si deve
sentire “pari tra i pari” al di là delle Gerarchie ed al di là anche del valore
di ciascuno nel contesto di una “impersonalità attiva” che fa sentire ciascuno
una parte di un tutto! Tra Camerati non debbono servire barriere protettive
perché non ci deve essere nessun pericolo di aggressione né verbale, né
psicologica. Tra Camerati si può dissentire, ma senza acrimonia, si può non
concordare, ma senza partito preso, si può discutere, ma senza animosità perché
tra Camerati deve essere più forte il desiderio di trovare una sintesi
costruttiva, un accordo che non quello di volere avere ragione ad ogni costo e
perché tra Camerati deve esistere quell’affinità delle anime che nasce dalla
condivisione profonda della Visione del mondo e della vita. Se tutto questo non
c’è, allora significa che non c’è Cameratismo, ma solamente un’occasionale
convergenza di posizioni scaturite da un occasionale e superficiale incontro che non ha Radici Profonde. Se tutto
questo non c’è significa che si è dei conoscenti, si può essere perfino Amici,
ma non si è Camerati. "
MILANO VIA MANCINI